La facciata ventilata si sta trasformando da semplice barriera a dispositivo dinamico che regola luce, aria e temperatura nelle costruzioni. Tra innovazione materica e intelligenza ambientale, il design del serramento diventa protagonista della sostenibilità urbana.
Negli ultimi anni, la facciata degli edifici ha smesso di essere un elemento passivo. Oggi, grazie a sistemi modulari e tecnologie sensoriali integrate, è un organismo attivo che dialoga con l’ambiente. Dalla Danimarca all’Italia, i nuovi progetti mostrano come la sinergia tra estetica, prefabbricazione e comfort climatico possa ridefinire il volto delle città e l’identità dell’abitare.
In particolare, le facciate ventilate sono rivestimenti esterni distanziati dalla parete dell’edificio che creano una camera d’aria verticale. Questo spazio permette la ventilazione naturale, migliorando l’isolamento termico e contribuendo a ridurre l’umidità. Si tratta di sistemi multistrato, formati da più componenti sovrapposti – tra cui l’isolante, l’intercapedine e i pannelli di finitura – che lavorano insieme per aumentare l’efficienza energetica e il benessere interno.
Photo: Freepik
Il nuovo volto dell’edificio: tra tecnologia e sostenibilità
Grazie all’integrazione con pannelli prefabbricati ad alte prestazioni, sensori ambientali e sistemi di controllo termico automatizzato, le facciate diventano elementi attivi di una progettazione bioclimatica avanzata, che usa sole, vento e tecnologia per massimizzare comfort ed efficienza energetica.
Così facendo si è in grado di regolare l’ingresso di luce e calore, rispondere dinamicamente alle condizioni meteo e ottimizzare la ventilazione naturale. Questo si traduce in un miglioramento tangibile del comfort interno, nella riduzione dei consumi energetici e in una maggiore durata dell’involucro edilizio.
Un esempio interessante viene dalla Danimarca, dove il nuovo quartier generale della Danske Bank a cura dell’azienda Velux a Copenaghen impiega un sistema a facciata doppia dotato di sensori che regolano l’apertura delle lamelle esterne in funzione della radiazione solare, riducendo il carico sugli impianti di riscaldamento, ventilazione e aira condizionata. In Italia, progetti recenti di rigenerazione urbana come Green Pea a Torino o l’intervento residenziale Horti a Milano mostrano come l’estetica delle facciate ventilate possa combinarsi armoniosamente con esigenze energetiche e culturali del contesto urbano.
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Design e infissi: la nuova alleanza
L’evoluzione più recente vede la convergenza tra design architettonico e modularità produttiva. I pannelli prefabbricati in materiali compositi, ceramiche tecniche o alluminio coibentato permettono una posa rapida, minimi interventi in cantiere e grande libertà compositiva. Le aziende più avanzate integrano già nei moduli sensori IoT, microventilazione controllata e persino fotovoltaico invisibile.
Secondo il Journal of Facade Design & Engineering, il futuro sarà segnato da facciate che “sentono” e reagiscono. Sistemi adattivi che dialogano con le smart grid cittadine, in grado di immagazzinare energia e regolare in tempo reale la trasmittanza termica in base all’uso degli spazi interni. All’interno di una facciata ventilata, quindi, il serramento diventa un nodo tecnologico fondamentale per garantire la continuità delle prestazioni.
La scelta di telai a taglio termico, vetri selettivi e giunti performanti consente di evitare ponti termici, migliorare l’isolamento acustico e favorire il ricambio d’aria senza compromettere la tenuta. Nei sistemi più evoluti, i serramenti si integrano perfettamente nel modulo di facciata, diventando parte attiva nella gestione del flusso termico e luminoso. La corretta progettazione dell’interfaccia tra infisso e rivestimento ventilato è cruciale non solo per la durabilità dei materiali, ma anche per garantire una manutenzione semplificata e un’estetica coerente con il disegno architettonico complessivo.
Una nuova grammatica urbana
Dal punto di vista urbano, questi sistemi contribuiscono a disegnare nuove morfologie edilizie. Facciate intelligenti significano meno dispersione, più vivibilità e un contributo concreto alla decarbonizzazione delle città. Ma c’è anche un impatto simbolico: la superficie esterna torna a essere linguaggio, comunicazione, identità.
In quartieri in via di trasformazione, come Scalo Porta Romana a Milano o la nuova ZAC Paris Rive Gauche, l’integrazione di facciate performanti diventa parte di una narrazione più ampia fatta di comunità, innovazione e resilienza ambientale.
Nella cover: facciata del Green Pea building a Torino