Per l’architetto torinese, ogni edificio deve integrarsi nel contesto rispettando storia e identità. Un approccio etico e funzionale che passa anche dalla scelta consapevole degli infissi, alleati del comfort abitativo e della qualità estetica.
Sostenibilità, innovazione, qualità urbana: temi che ogni architetto si trova oggi ad affrontare, ma che per Andrea Sartore non sono solo parole di tendenza. Sono parte di un mestiere quotidiano, fatto di studio, osservazione e responsabilità. Una pratica progettuale che mette al centro la relazione tra persone, edifici e città.
Quando è iniziato il suo percorso nel mondo dell’edilizia? Cosa la appassiona di più nel suo lavoro, oggi?
Svolgo la mia attività professionale con passione e per passione. Da bambino, passando davanti al Castello del Valentino a Torino, chiesi ai miei genitori cosa fosse quell’edificio. Mi risposero che era un’antica residenza nobiliare sabauda ed era la sede della facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. Decisi che avrei studiato in quel luogo. Una volta laureatomi ebbi la possibilità di collaborare con uno studio che mi diede l’opportunità sin da subito di andare in cantiere e di vedere e toccare dal vivo il processo costruttivo. L’esperienza in cantiere è il valore aggiunto per un architetto: consente di vedere il passaggio dal progetto “di carta” all’edificio “in carne ed ossa”.
Photo: Casa in via Vela (Torino)
Ha avuto un personaggio che la ha ispirata, o un progetto in particolare che ha segnato la sua crescita professionale?
Non c’è stato un personaggio in particolare che mi abbia ispirato in modo determinante, né un progetto specifico che abbia segnato un punto di svolta. È stata una somma di esperienze, di incontri e di osservazioni a formarmi professionalmente. Quando viaggio cerco sempre di ritagliarmi del tempo per visitare edifici progettati da architetti rinomati. Mi interessa molto vedere come un edificio invecchia e come si integra con il contesto. Mi colpiscono i progetti che riescono a innovare davvero, anche solo con piccoli dettagli.
Quando progetta o lavora su un edificio, quali sono i valori o i principi che la guidano?
Quello che mi guida sempre è coniugare la funzionalità con l’estetica. Inoltre, nel processo progettuale un principio conduttore è l’innovazione, cioè la ricerca e l’uso di nuove tecnologie e materiali sostenibili con lo scopo di aumentare l’efficienza energetica e il comfort abitativo all’interno degli edifici.
Come vede il rapporto tra architettura e contesto urbano? C’è una responsabilità etica verso la città e il territorio?
L’architettura è un atto che incide profondamente sul paesaggio urbano e sulla qualità della vita. Qualsiasi sia la dimensione o la natura del progetto, questo dovrà confrontarsi con il contesto, rispettandone la storia, l’identità e le caratteristiche peculiari. Quanto più il progetto ha ricadute sulla trasformazione urbana, tanto più i cittadini dovrebbero essere coinvolti nel processo decisionale, in modo da favorire il senso di appartenenza e di coesione sociale. L’architetto dovrebbe valutare attentamente l’impatto delle proprie scelte sulla città e sul territorio, mirando a creare spazi urbani sostenibili, funzionali e armoniosi.
Photo: Albergo in via XX Settembre (Torino)
Quanto è importante oggi coniugare design e sostenibilità?
Il design può svolgere un ruolo importante nell’educare e sensibilizzare i consumatori verso pratiche più sostenibili. Integrare pratiche sostenibili nel processo di design è una scelta etica che diviene ancora più attuale e imprescindibile, vista la necessità di affrontare le sfide ambientali e sociali del nostro tempo. L’adozione di materiali ecologici e processi produttivi efficienti è inoltre basilare per poter innovare i processi aziendali, rendendo le aziende più competitive.
Cosa deve garantire un infisso oggi?
Gli infissi, insieme alle pareti esterne e alla copertura, costituiscono la “pelle” dell’edificio e dovrebbero quindi contribuire, attraverso le proprie caratteristiche estetiche e funzionali, ad esprimere il carattere dell’edificio stesso. I serramenti dovrebbero integrarsi con lo stile architettonico dell’edificio e, più in generale, con l’ambiente circostante. Oltre a garantire isolamento termico ed energetico, isolamento acustico, resistenza agli agenti atmosferici, sicurezza e durabilità, dovrebbero anche migliorare il comfort abitativo massimizzando la luce naturale e offrendo soluzioni personalizzate, grazie all’applicazione di tecnologie domotiche e sistemi di regolazione della ventilazione e della luminosità.
Photo: Casa a Rollo (SV)
Se potesse immaginare la sua “icona urbana” ideale, che caratteristiche avrebbe?
Tra i vari interventi edilizi-urbanistici che mi vengono in mente, sicuramente uno degli esempi più interessanti è la High Line di New York, che considero una vera e propria “icona urbana”. Si tratta del recupero di una sezione della vecchia linea ferroviaria merci sopraelevata – la West Side Line – trasformata in un parco lineare sospeso. Questo spazio, un tempo abbandonato, oggi offre un’esperienza immersiva e unica alla cittadinanza: un luogo pubblico vivace, ma anche rilassante, che consente di osservare la città da una prospettiva elevata, ammirare edifici e opere d’arte, o partecipare ad eventi. È un esempio virtuoso di trasformazione urbana, capace di evocare e rispettare la memoria dell’infrastruttura, grazie al mantenimento dei binari e della vegetazione spontanea, e allo stesso tempo creare un dialogo tra passato industriale e modernità.